La bambina della fotografia. La storia di Kim Phuc e la guerra del Vietnam by Denise Chong

La bambina della fotografia. La storia di Kim Phuc e la guerra del Vietnam by Denise Chong

autore:Denise Chong [Chong, Denise]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Codice ed.
pubblicato: 2003-12-31T23:00:00+00:00


"Mamma, hai visto che il camionista cambogiano è stato qui anche oggi?

D'estate, quando la scuola era finita, Phuc andava a Trang Bang più spesso che poteva, cercando di condividere la vita quotidiana di Nu. L'ora dedicata alle chiacchiere fra madre e figlia cominciava parecchio dopo che la tenda di bambù del ristorante era stata srotolata sull'ingresso, alle spalle dell'ultimo cliente. A volte, dopo essere andata a dormire sulla stretta branda di Nu, Phuc si svegliava quando la madre la raggiungeva, di solito dopo mezzanotte. Stesa contro la morbidezza del seno materno, Phuc sentiva che la sicurezza dell'infanzia era solo un ricordo. Le due rubavano al sonno di Nu il tempo per parlare; la loro conversazione era punteggiata dal bagliore dei fanali del traffico di passaggio.

Il camionista cambogiano era un cliente abituale, che si fermava ogni volta che andava a Ho Chi Minh City con un carico di pesce essiccato sul camion o tornava con il mezzo pieno di riso. Nu aveva già notato che ogni volta che entrava cercava Phuc.

"Oggi mi ha detto: 'Ti amo'".

"Fai attenzione", l'avvertì Nu. "I camionisti non stanno mai a casa. Ci lasciano la moglie e si fanno delle amanti lungo la strada. Non è una buona idea sposare un uomo così. Non è il tipo che fa per te".

Nu non si era mai preoccupata delle sue due prime figlie quando si trattava di ragazzi, ma con Phuc divenne severa e protettiva. Non che avesse motivo di agitarsi; la stessa Phuc teneva alta la guardia emotiva.

"Io non lo amo", diceva di chiunque tentasse di entrare nelle sue grazie e cercasse la sua compagnia. Pensava sia al matrimonio sia ai figli: desiderava entrambi, ma non si aspettava che sarebbero mai arrivati. I ragazzi mi credono normale, si diceva, ma se arrivassi a sposarne uno, vedrebbe le mie cicatrici. Una volta che avesse visto quanto sono brutta e fragile, come potrebbe amarmi ancora?

Nelle loro conversazioni notturne, Nu cercava di guidare Phuc dipingendo scenari vividi con le parole, avviando così la figlia verso le scelte migliori per la sua vita e scoraggiando quelle sbagliate. Spesso Nu raccontava le novità più tristi della parrocchia. Era profondamente turbata dalla nascita di bambini morti o deformi, che le voci del villaggio attribuivano al chat doc man da cam. Quello che gli americani chiamavano "Agente arancio", i vietnamiti lo definivano "un veleno mortale per la pelle color arancio", un termine usato per descrivere qualunque fattore contaminante dell'arsenale di guerra cui temevano di essere stati esposti, dagli spray erbicidi filtrati nei loro pozzi ai frammenti di proiettili esplosi che, sepolti, facevano pressione sulle radici delle verdure nei loro orti. Né Nu né Phuc parlavano ad alta voce della loro peggior paura: gli effetti di un'ustione da napalm sulla capacità di procreazione, o addirittura di sopravvivenza alla gravidanza. Nu non si tirava indietro, comunque, quando c'era da parlare di matrimoni infelici, di divorzi e donne abbandonate. Bisognava essere forti e belle, diceva, per ricominciare daccapo, per risposarsi.

Nu deviava i discorsi sull'ordine dell'universo oltre la sua esistenza terrena.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.